La caduta di O.J. Simpson e la nascita di Kim Kardashian


Racconta la genesi delle Kardashian, in sintesi, The People v. OJ Simpson, regine dei social che probabilmente oggi sarebbero delle perfette sconosciute senza quel seguitissimo reality, datato 1994, che fu l’omicidio di Nicole Brown e Ronald Goldman da parte del campione di football afroamericano, di lei marito, protagonista di “The Bronco Chase” (la tentata fuga in autostrada con tanto di inseguimento dell’intero corpo di polizia di Los Angeles e dei maggiori network degli States che lo trasmessero in diretta TV h24 con un seguito di 100 milioni di telespettatori), e che prima di finire dietro le sbarre, circondato da celebrieties e vicini Wasp, nero non si era sentito mai.

 
La prima stagione di American Crime Story, costola di American Horror Story (stessa matrice, stesso autore), si concentra sulla vicenda mediatica, prima che giudiziaria, di The Juice ma soprattutto del suo “dream team”, un pool di avvocati di lusso, tra i quali si fa strada l’amico di sempre del running back ed allora sconosciuto ex marito di Kris Jenner, Robert Kardashian.

 
La serie, di cui finora sono state trasmesse quattro puntate, narra l’odio razziale della Los Angeles degli anni ’90 (su cui si fonda tutta la difesa), la nascita dei processi mediatici in cui innocenza e colpevolezza si designano in conferenza stampa, avvocati e pubblici ministeri superstar e vittime relegate a ruoli marginali della loro stessa morte.
Ma soprattutto racconta la caduta di un mito, O.J., e la nascita di un altro, Kim. Perché senza quel sacrificio a Brentwood, oggi, non esisterebbe nemmeno il contouring.

 

P.S.
Da vedere assolutamente in lingua originale per i seguenti motivi:
1) per godere dell’interpretazione a denti stretti di un sublime John Travolta (nei panni dell’avvocato Bob Shapiro)
2) per non perdersi la voce roca e la metrica di Cuba Goodinf Jr (O.J. Simpson)
3) per desiderare un’ultima sigaretta prima della sedia elettrica assieme alla procuratrice Marcia Clark (Sarah Paulson)