Parigi, angeli e resistenza

Ritorno a casa: tempo di mettere ordine, tempo di conclusioni. Tra tutte le cose che mi hanno emozionato, colpito, messo ansia, entusiasmato, spaventato di Parigi, questo piccolo disegnino è la cosa che più mi ha aiutato a capire come tante contraddizioni possano convivere e sublimarsi in una rara armonia in questa città sbattuta dalle onde ma che non affonda.
Ovunque andrai per la capitale di Francia sentirai stranieri sentenziare su quanto i parigini siano arroganti, ed è vero. Però proprio questa loro tracotanza, secondo me, è ciò che ha gettato le basi alla resistenza che poi è il sentimento che più si avverte trascinandosi come formiche senza pace da un arrondissement ad un altro.
Ho visto gente vestita a festa tracannare cocktail e fumare sull’uscio del Bataclan mentre a me solo l’insegna metteva la pelle d’oca. Ma la prepotente bellezza di questo luogo che ha braccia grandi da ospitare tanta incoerenza ha messo a tacere gli spari che rimbombavano nella mia testa e sussurrava “Fluctuat nec mergitur”.
(Questo angioletto è comparso su tanti muri di Parigi dopo gli attentati ed è opera di un artista che ha deciso di sporcare la sua città di pace)