Limonate e vuoto cosmico

  • imageVorrei tanto concentrarmi sulla ricerca di un nuovo e vero lavoro, sul futuro, su un altrove in cui traslocare la mia esistenza, sull’orologio biologico che non ne vuole sapere di battere. Superare il blocco dello scrittore. Avere già una nuova serie da guardare. Trovare motivazione in questa campagna elettorale che attraversa Cosenza e Roma, le mie città, e appassionarmi per qualcuno o qualcosa. Analizzare le ragioni del Pd, dire la mia su delfini e cinghiali, partorire qualcosa di arguto sull’eredità di Casaleggio. Avvertire ansia per clientelismi, voti di scambio e infiltrazioni mafiose. Per il clima, le trivelle, le carni rosse e le schede bianche. Vorrei aver voglia di ribellione, scoop, scandali, inciuci, curcuma, noodles di zucchine, buchi, trasversalismi e aperitivi a scrocco. Di far sentire la mia voce, esporre un’opinione, prendere posizione. Avere un parere sulla giuria di Cannes senza dimenticare una brillante digressione sulle primarie dem americane. Vorrei aver già scelto tra Hillary e Sanders. Aver deciso se andare a Milano o a Roma. Se uscire in bici o prendere la macchina. Se andare a votare o meno. Avvertire una qualsiasi sensazione, preoccupazione, interesse, stimolo che frantumi questo vuoto emotivo e che non riguardi Beyoncé che finalmente ha sputtanato le corna di quella merda di Jay Z